venerdì 28 settembre 2007

SE IL MONDO TACE

di tragedie come quella che sta avvenendo in birmania poche ne sono accadute negli ultimi decenni.
e non basta pensare che il mondo globalizzato si mobiliti se a morire sono ragazzi e monaci colpevoli di volere la libertà più della loro stessa vita.
Spari ad altezza d'uomo significano disprezzo per la sensibilità della gente come noi, che alla democrazia-malata quanto vogliamo-siamo stati educati e in essa fortemente crediamo.
La bellissima folla rossa di monaci buddisti coperti da una cordata di studenti e gente normale che si snoda per le vie delle città è il segno che ancora qualcosa è vivo di quell'antico spirito del popolo.
uno spirito che non si piega neanche di fronte a un mitra.
perchè le idee sono a prova di proiettile.
potranno ucciderne tanti,potranno oscurare internet e cacciare giornalisti.
ma la libertà non la puoi fermare,e quando esplode fa piazza pulita di tutti,militari e fantocci.
non basterà neanche l'appoggio di cina e usa alla causa del regime militare birmano perchè questo cadrà,poco a poco,come una goccia che scava la roccia.
MA CADRà.
ce lo insegna chi ha vissuto nella lotta,chi della propria ha fatto una lotta e l'ha vinta.
con una bandiera sulla tomba ma l'ha vinta.
e noi gli saremo riconoscenti.
perchè sulla libertà non si spara e contro la speranza non si lotta.
per tutto questo si combatte.
onore al libero popolo birmano

1 commento:

Anonimo ha detto...

Fede hai il mio pieno appoggio!e continuo a dire che è una vergogna il comportamento delle istituzioni di fronte alla strage (manifesta, ma anche occulta, quella al chiuso delle prigioni)dei monaci birmani!Possibile che l'ONU sappia solo DIRE alla Birmania di piantarla, senza poi AGIRE concretamente???Certo non serve un altro Iraq in cui impiantare forzatamente la democrazia, ma si può fare di più!e poi qui è il popolo stesso a reclamare a gran voce la fine della dittatura!!